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Che cos’è il tumore al seno? Il tumore al seno è una malattia in cui alcune cellule della mammella subiscono una moltiplicazione incontrollata che porta ad una trasformazione maligna. Le cellule tumorali crescendo in modo autonomo e incontrollato hanno la capacità di infiltrare i tessuti circostanti e migrare in altri organi a distanza formando le metastasi. Grazie alla diagnosi precoce, alla terapia e al trattamento post-operatorio, la mortalità per cancro al seno è diminuita. Il cancro mammario è il tumore più frequente nel sesso femminile: circa un tumore maligno ogni tre (30%) è un tumore mammario. È la prima causa di morte nelle diverse età della vita, rappresentando il 28% delle cause di morte oncologica prima dei 50 anni, il 21% tra i 50 e i 69 anni e il 14% dopo i 70 anni. La mortalità, pur superando i 12.000 decessi l’anno, appare in calo in tutte le classi di età, soprattutto nelle donne con meno di 50 anni, e il calo è attribuibile soprattutto alla maggiore diffusione dei programmi di diagnosi precoce, sia ai progressi terapeutici. La sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è pari all’87%, dopo 10 anni all’80%1. Si stima che nel 2021 verranno diagnosticati in Italia circa 55000 nuovi casi di carcinomi della mammella femminile2. Il rischio di sviluppare un tumore della mammella è 1/9 con differenze per fasce di età: il rischio è 1/40 nelle giovani, 1/20 nelle adulte e 1/25 nelle anziane. Le donne sopra i 50 anni d’età hanno un maggior rischio di sviluppare un tumore mammario. . Il  cancro della mammella è problema umano e sociale di vaste proporzioni. La probabilità per una donna di sviluppare un tumore mammario invasivo in qualche momento della sua vita è di circa 1 su 8 (12%). I costi socioeconomici del tumore rischiano di esplodere se non si potenzia la prevenzione e non si riorganizza la spesa investendo sul bisogno di prevenzione e diagnosi precoce  non ancora soddisfatti.

Andando a effettuare una disamina della tipologia di patologie oncologiche, il cancro al seno è una causa di morte di particolare rilevanza per la popolazione femminile, in tutto il mondo, così come in Italia. Escludendo i tumori della pelle, il cancro al seno è il tumore più comune diagnosticato nelle donne: un totale del 41% vengono diagnosticati nella fascia di età tra 0 e 49 anni, il 36% in pazienti di età compresa tra 50 e 69 anni, infine il 21% nelle donne di età superiore a 70 anni (Ferlay et al., 2013; AIRTUM, 2013; Rossi et al., 2013): da ciò si può notare come la curva di incidenza cresca esponenzialmente sino agli anni della menopausa per poi ridursi dopo i 60 anni, E. Foglia et al., Analisi di budget impact dei percorsi di screening del tumore alla mammella […].

La prevenzione dei tumori della mammella può essere primaria e secondaria. La prevenzione primaria ha come obiettivo la riduzione dell’incidenza dei tumori intervenendo sulla conoscenza e rimozione delle cause determinanti. La prevenzione secondaria si propone la riduzione della mortalità e l’aumento della sopravvivenza attraverso la diagnosi precoce. La prevenzione dovrebbe essere una priorità nell’agenda politica sanitaria delle  cose che si possono e si debbono fare per affrontare il tumore della mammella  dal punto di vista preventivo. Da più di 20 anni la ricerca sta tentando di identificare i gruppi di donne a più alto rischio, quelle che con più probabilità svilupperanno il tumore; se non interverranno studi conclusivi, poiché una donna su otto si ammalerà di tumore nel corso della vita tutte le donne occidentali, sono da considerarci ad alto rischio.  Il rischio è probabilità, è statistica, è una misura relativa, è come tale ha una  rilevanza indiretta e non causale sullo sviluppo della malattia. Gli sforzi della ricerca dovrebbero essere canalizzati e concentrati sulla prevenzione primaria più di quanto avviene. Campagne di sensibilizzazione per mutare abitudini di vita errate ed iniziative che promuovano la qualità del cibo potrebbero avere ricadute positive per la prevenzione e per la salute in generale, di portata superiore a quelle ipotizzabili con interventi medicalizzati, costosi e con conseguenze a lunga distanza non ben valutabili.

Lo scopo di questo sito è favorire sulla base delle evidenze scientifiche più recenti, l’approfondimento diagnostico e lo scambio di informazioni tra medici e tra medici e donne. Questo spazio si propone di riunire e diffondere le linee guida, le conoscenze e gli aggiornamenti più significativi nel campo della prevenzione e della diagnosi del tumore della mammella, diffondendo conoscenze. e consapevolezza.

La densità del seno è una misura utilizzata per descrivere la proporzione dei diversi tessuti che compongono il seno di una donna.  La maggiore densità del seno oltre che determinare una riduzione del Valore Predittivo Negativo (VPN) della mammografia, è associata ad un aumentato rischio di sviluppare il cancro al seno. Secondo recenti statistiche, le donne con un seno estremamente denso hanno il doppio del rischio di sviluppare il cancro al seno rispetto alle donne con una densità media del seno. Rispetto alle donne con tessuto adiposo sul seno, le donne con tessuto denso hanno un rischio aumentato da 4 a 6 volte di carcinoma mammario.

La senologia diagnostica è quella branca della medicina d’organo che si occupa della diagnosi delle patologie che riguardano la mammella.  La mammografia diagnostica o  di screening clinico su richiesta dovrebbe essere eseguita con la supervisione diretta del medico in modo da adattare gli esami ai singoli pazienti e risolvere in tempo reale le problematiche. Le competenze in ambito diagnostico senologico, come pure la corretta ed efficace comunicazione della diagnosi costituiscono una questione annosa e ancora aperta. Nella gestione del tumore mammario la Senologia Diagnostica segue la donna nella fase di prevenzione secondaria, nella diagnosi, nella stadiazione e nel follow-up.  La  Struttura  di Diagnostica  Senologica riveste un ruolo predominante non solo per le donne sintomatiche ed asintomatiche che vengono inviate alla diagnostica radiologica dal medico di medicina generale o dagli specialisti , ma anche per tutte le asintomatiche in età di screening ed è determinante nel percorso diagnostico della donna sintomatica, a completamento della valutazione clinica. In caso di lesione non palpabile la caratterizzazione mediante prelievo percutaneo cito/istologico è possibile solo tramite la guida dell’Imaging  Ecografico spesso necessaria anche in lesioni palpabili per scegliere la migliore sede di prelievo.
Nell’effettuazione delle indagini diagnostiche ed interventistiche devono essere seguiti i principi di Giustificazione, Appropriatezza, Ottimizzazione e utilizzati  Protocolli clinico-diagnostici, Linee Guida Nazionali e Raccomandazioni Nazionali e Internazionali, in modo da garantire un elevato standard di qualità. Con il tempo lo studio del seno nella sua complessità diagnostica ha coinvolto un numero sempre maggiore di branche specialistiche, dalla radiologia, all’oncologia, all’anatomia patologica.

Pensiamo che l’approccio metodologico all’analisi delle immagini in senologia diagnostica debba essere considerato alla stregua di un mosaico al quale aggiungere e unire  tasselli, frutto di sintesi e osservazione, elementi  diversi e spesso non omogenei,  che contribuiscono ad avere un quadro sempre più preciso della struttura mammaria che esaminiamo, per ottenere tecniche di imaging più sensibili e più specifiche per la diagnosi precoce, perché anche la tomosintesi mammaria, pur essendo una ” mammografia migliore” da sola non basta

E’ noto che la densità mammaria rappresenta il maggior limite alla capacità della mammografia di evidenziare neoplasie precoci a causa della perdita di sensibilità legata alla sovrapposizione in immagine di diversi spessori mammari. In presenza di seno denso, in condizioni di screening mammografico aumenta l’incidenza di cancro d’intervallo. L’avvento della modalità digitale, contrariamente alle aspettative iniziali, non ha ovviato a tale limite; vi è bisogno di tecniche più evolute nel campo dell’imaging mammografico digitale, quali la tomosintesi mammaria,  un esame di primo livello nell’approccio senologico. L’abbassamento a 45 anni dell’età all’ingresso nel programma di screening e l’utilizzo delle terapie ormonali postmenopausali rendono più frequente di un tempo il riscontro del quadro radiologico di densità mammografica. Tuttavia in base alle attuali conoscenze, non si è considerato opportuno l’affiancamento dell’ecografia alla mammografia nel protocollo di screening a causa dell’insostenibile perdita di specificità che accompagna l’incremento di sensibilità dello screening mammografico controbilanciata diciamo noi dalla riduzione dei cancri d’intervallo. L’ecografia è in grado di diagnosticare i tumori biologicamente più aggressivi, che si manifestano con noduli e non con microcalcificazioni.

Queste condizioni determinano la richiesta proveniente in particolare dal mondo radiologico e dalle donne, di affiancare, in presenza di seno denso, l’ecotomografia alla mammografia nell’ambito dei programmi di screening di popolazione con lo scopo di ridurre i limiti della mammografia in donne a rischio elevato di carcinoma mammario e/o con seno radiologicamente denso   (ACR BI-RADS 3-4).

L’aggiunta dell’ ecotomografia alla mammografia determina un incremento della detection rate pari a 2-4 casi/1.000 donne screenate. L’associazione mammografia-ecotomografia aumenta l’accuratezza diagnostica del modello; la sensibilità dello screening aumenta di oltre il 25% (da 50% a 77%) ma si osserva una perdita in specificità del 6-7% (95% a 89%) e una diminuzione importante del VPP.  Il miglioramento della sensibilità diagnostica dovuto all’associazione tomosintesi-ecotomografia ed il conseguente aumento della detection rate dovrebbero tradursi in una importante riduzione del tasso di cancro d’intervallo nel sottogruppo di donne con seno denso e quindi: “Screening personalizzato con approccio multimodale nei seni densi e valutazione del rischio individuale”

Densità diversa significa approccio diverso. Approccio multimodale per la diagnosi precoce del tumore della mammella: unico team, unica seduta, unica struttura.

Il sito nasce dall’esperienza del nostro servizio di Senologia Diagnostica, ed è rivolto ai medici alle donne ed a tutte le Associazioni che vogliono approfondire le tematiche riguardanti la prevenzione e la diagnosi precoce del tumore al seno. La senologia convive sempre di più con l’errore statistico e sta imparando faticosamente a prendere decisioni in base a considerazioni di tipo probabilistico. Queste difficoltà non sempre sono ben percepite con sufficiente chiarezza dall’opinione pubblica ed in ambiente giudiziario. Molte donne giovani si rivolgono a servizi di senologia per la mammografia in assenza di sintomi o indicazioni. Il medico che correttamente sconsiglia l’esecuzione dell’esame può trovarsi a dover rispondere per uno dei rarissimi casi su base probabilistica in cui il carcinoma della mammella si sviluppa in età giovanile in assenza di sintomi o condizioni fortemente predittive. Per scongiurare queste eventualità e per compiacere le donne, dovremmo assecondando la medicina difensiva, prescrivere la mammografia a tutte le donne ripetendola ad intervalli molto ravvicinati. Questo comportamento iperdifensivo e consumista è incompatibile (oltre che inutile e dannoso) con una pratica clinica corretta e attenta  alla salute della donna. Sempre più chi pratica la senologia e’ tentato di assecondare la volontà difensivistica prescrivendo esami spesso inutili con recall frequenti per “evitare grane”.

 Una medicina sobria implica la capacità di agire con ascolto, moderazione e condivisione per una senologia sempre più umana e attenta ai bisogni delle donne. Per quanto riguarda la prevenzione primaria purtroppo non si pone sufficiente attenzione agli stili di vita, al cibo sostenibile, all’equilibrio dell’ambiente e alla tutela della biodiversità.
Costruiamo fiducia attraverso il dialogo per una medicina personalizzata!
Raffaele Leuzzi

Per contatti: info@senologiadiagnostica.it