L’immagine mammografica tradizionale è un’immagine su pellicola che dopo essere stata realizzata non è più modificabile.
La mammella radiologicamente è costituita da zone a diversa densità, poiché queste aree verranno riprodotte in un’immagine unica, vi saranno zone ben studiabili accanto ad aree non ben rappresentate.

Uno dei fattori ostacolanti la diagnosi dei tumori alla mammografia è che il nodulo tumorale è dotato di una differenza di contrasto troppo bassa nei confronti del tessuto circostante.
Poiché l’immagine digitale può essere elaborata, dopo l’acquisizione le differenze di densità vengono superate, rendendo più agevole la diagnosi.

Esiste una digitale indiretta (mtodica CR) già da preferirsi al sistema analogico per:
> contrasto ottimale
> assenza di artefatti (cassette sporche)
> lettura su monitor
> l’immagine che può essere elaborata e trasmessa

Tuttavia non tutti i sistemi CR proposti consentono un’accuratezza diagnostica superiore alla mammografia analogica.
Le macchine dedicate di digitale diretta danno risultati senza dubbio migliori rispetto alla metodologia di digitalizzazione indiretta.

La digitalizzazione diretta si ottiene mediante placche ai fosfori fotostimolabili (metodo indiretto CR) o mediante sistemi flat-panel che sfruttano sostanze che trasformano i raggi X in raggi luminosi, le placche utilizzate contengono elementi in grado di trasformare le linee in segnali elettronici. L’immagine viene elaborata su monitor ad alta definizione. La mammografia digitale ha maggiore sensibilità del sistema tradizionale riuscendo a compensare eventuali limiti di esposizione.E’ utile precisare che la mammografia digitale diretta acquisisce le immagini in tempo reale mediante conversione dei raggi X in segnale elettrico mentre l’indiretta scannerizza le immagini di un mammografo analogico mediante fosfori fotostimolabili (CR) contenuti in una plateche una volta raggiunta da raggi X rilascia della luce rilevabile attraverso laser.

L’indiretta (CR) quindi utilizza una apparecchiatura analogica disponibile associata ad un sistema di lettura laser associato a cassette ai fosfori che convertono l’energia dei raggi X in luce ed il segnale viene registrato sottoforma di immagini latente con film.

L’AGD è la dose ghiandolare media grandezza riconosciuta a livello internazionale come parametro indicativo del rischio radiologico associato all’uso della mammografia.
Al contrario di quanto avviene per la mammografia analogica con sistemi schermo – pellicola, i sistemi per mammografia digitale diretta utilizzano una tecnica che riduce la dose di radiazione del 50%.La qualità dell’immagine è ottimale con una bassissima dose ghiandolare media erogata (AGD)

Le apparecchiature per mammografia digitale con rilevatori a scansione diretta in assenza di griglia utilizzano anche dei fasci di raggi X diversi,  spettri che sono più sensibili rispetto a quelli analogici. Si trovano tubi con anodo in tungsteno e filtri in Alluminio e Rodio.

MAMMOGRAFIA ANALOGICA
Acquisizione
Visualizzazione
Documentazione
Archiviazione
LASTRA(PELLICOLA)

I sistemi di mammografia digitale diretta posssono essere di dimensioni 18×24 oppure 24×30. E’ preferibile da un punto di vista protezionistico impiegare i rilevatori con dimensioni maggiori, perché abbattono notevolmente la dose di radiazione .
I principali vantaggi del digitale consistono nel separare la registrazione dell’immagine dal momento di visualizzazione.

In mammografia digitale il quadro mammografico viene catturato e registrato elettronicamente ed in seguito elaborato, analizzato e quindi visualizzato. Ciascuno di questi momenti in mammografia digitale può essere migliorato e quindi ottimizzato.Si potrebbe ulteriormente ridurre la dose di radiazioni in quanto l’ottimizzazione evita la ripetizione di esami e a volte di ingrandimenti mammografici.

La disponibilità di immagini in digitale consente la creazione di archivi informatici e la trasmissione a distanza della mammografia.L’acquisizione, l’elaborazione, la visualizzazione e l’archiviazione dell’immagine su monitor permette l’ottimizzazione dei vari processi perché tali momento sono separati e quindi tutti migliorabili.

L’immagine visualizzata su monitor ad alta definizione e non più su pellicola permette di modificare e migliorare contrasto, luminosità ed ingrandimento e successivamente registrata su dischi ottici, su pellicola o inviata ad un PACS (sistema per l’archiviazione elettronica dell’immagine).

La tecnologia digitale ha trovato notevole giovamento dall’arrivo dei detettori al selenio che consentono una migliore risoluzione.
Vantaggi del digitale diretto

> riduzione della dose
> maggiore sensibilità del sistema con possibilità di ottenere immagini di buona qualità con minori dosi
> migliore risoluzione di contrasto e quindi possibilità di approfondire strutture mammarie con poca o    assente differenza di contrasto
> capacità di compensare errori di esposizione per la buona qualità di tutte le immagini
> riduzione del numero dei radiogrammi da eseguire
> abolizione dello sviluppo delle pellicole e dei relativi chimici inquinanti da smaltire
> riduzione dei tempi dell’esame
> trasmissione a distanza (teleconsulto)
> archiviazione mediante sistemi informatici con vantaggi sia nella gestione sia nella didattica che nella ricerca
> diagnosi più sicure per tumori localizzati in aree periferiche e dense
> possibilità di applicare direttamente sistemi di identificazione assistiti dal computer (CAD)

Gli svantaggi sono essenzialmente:
– l’elevato costo
– la necessità di manutenzione e aggiornamento continui

La mammografia digitale ha rappresentato l’innovazione che troverà la più ampia applicazione sia nello screening sia negli ambulatori diagnostici, sia per la realizzazione di ulteriori progressi tecnologici come la tomosintesi.

ACR BI-RADS